segunda-feira, 31 de dezembro de 2012









FELIZ






2013!

NOVENA DA MISERICÓRDIA-DIA 9

DIA 9 -NOVENA DA MISERICÓRDIA
D.1228-" HOJE TRAZE-ME AS ALMAS TÍBIAS E MERGULHA-AS NO ABISMO DA MINHA MISERICÓRDIA.ESSAS ALMAS FEREM MAIS DOLOROSAMENTE O MEU CORAÇÃO. FOI DA ALMA TÍBIA QUE A MINHA ALMA SENTIU REPUGNÂNCIA NO JARDIM DAS OLIVEIRAS. ELAS ME LEVARAM A DIZER:PAI, AFASTA DE MIM ESTE CÁLICE, SE ASSIM FOR A VOSSA VONTADE. PARA ELAS, A ÚLTIMA TÁBUA DE SALVAÇÃO É RECORRER
À MINHA MISERICÓRDIA"

Ó compassivo Jesus, Tu que és a própria Compaixão,trago, à mansão do seu compassivo Coração,as almas tíbias.Que se aqueçam no fogo do Teu amor puro essas almas geladas  semelhantes a cadáveres,Te enchem de tanta repugnância. Ó Jesus, muito compassivo, usa a força da Tua Misericórdia,as atrai até o fogo do Teu amor e concede-lhes o amor santo, porque Tu podes tudo.O fogo e o gelo não podem ser unidos,
porque ou o fogo se apaga, ou o gelo se derrete; mas a Tua misericórdia,ó Deus,pode auxiliar indigências ainda maiores.
Eterno Pai,olhai com Vossa misericórdia para as almas tíbias e que estão encerradas no Coração Compassivo de Jesus.
PAI DE MISERICÓRDIA, SUPLICO-VOS PELA AMARGURA DA PAIXÃO DO VOSSO FILHO E POR SUA AGONIA DE TRÊS HORAS NA CRUZ, PERMITI QUE TAMBÉM ELAS GLORIFIQUEM O ABISMO DA VOSSA MISERICÓRDIA.AMÉM.


NOVENA DA MISERICÓRDIA-DIA 8

NOVENA DA MISERICÓRDIA
DIA8
D.1226-"Hoje traze-Me as almas que se encontram na prisão do Purgatório e mergulha-as no abismo da minha Misericórdia.Que as torrentes do meu Sangue refresquem o seu ardor.Todas essas almas são muito amadas por Mim.Elas pagam as dívidas à minha Justiça.
Está em teu alcance trazer-lhes alívio.Tira do tesouro da minha Igreja todas as indulgências e oferece-as por elas. Oh! Se conhecessesmo seu tormento,incessantemente oferecidas por elas.Oh! Se conhecesses o seu tormento,incessantemente oferecerias por elas a esmola do espírito e pagarias as suas dívidas à minha justiça".
Misericordiosíssimo Jesus,Tu que quereis misericórdia, eis que estou trazendo  à morada do teu compassivo Coração, as almas do Purgatório; as almas que Te são muito queridas e que, no entanto, devem reparar a Tua Justiça.Que as torrentes de sangue e água que brotaram do Teu Coração apaguem as chamas do fogo do Purgatório, para que também ali seja glorificado o poder da Tua Misericórdia.Do terrível ardor do fogo do purgatório ergue-se um lamento (das almas) à Tua misericórdia; e recebem consolo, alívio e conforto na torrente derramada do Sangue e da Água.
Eterno Pai, olhai com olhar da Vossa Misericórdia para as almas que sofrem no Purgatório e que estão encerradas no Coração compassivo de Jesus.Suplico-Vos pela dolorosa Paixão de Jesus,vosso Filho,e  por toda a amargura de que estava inundada a Sua santíssima alma.Mostrai a Vossa misericórdia às almas que se encontram sob o olhar da Vossa Justiça.Não olheis para elas de outra forma,senão pelas chagas de Jesus, vosso diletíssimo Filho,porque nós cremos que a vossa bondade e Misericórdia são incomensuráveis.Amém.



sábado, 29 de dezembro de 2012

IL CUORE DI CRISTO(culto,devozzione et spiritualità)

(BERNARD,Charles André-La spiritualità del Cuore di Cristo.Torino:Edizione
       Paoline,1989)

"Culto del Sacro Cuore"-è l'espressione usata abitualmente dalla Chiesa per indicare sotto qualle angolatura vada considerato il rapporto del fedele al Cuore di Cristo.Talle culto è entrato nella vita della Chiesa verso la fine del '400 in particolare mediante il culto liturgico che lo rende di ragione pubblica.
"Culto liturgico"Il culto è espressione della virtù di religione mediante la quale l'uomo manifesta il riconoscimiento a Dio della sua condizione di creatura:gli atti principali del culto sono quindi la preghiera,il sacrificio, il voto e la consecrazione.
     È chiaro che questa liturgia è basata sulla celebrazione dei sacramenti e in particolare dell'eucaristia, la quale costituisce il sacrificio spirituale e la preghiera dei fedeli riuniti intorno a Cristo.
Essendo espressione della vira della fede, l'eucaristia e gli altri sacramenti si accompagnano necessariamente alla celebrazione della Parola grazie alla quale viene nutrita ed illuminata la fede della cumunitá e di ogni fedele...aparece chiaro come il culto del Sacro Cuore,strettamente collegato alla pratica eucaristica,fosse preminente per riccheza di contenuto,carica affettiva,forza propulsiva; e nessuno pottrebe negare i frutti ammirevoli di tale forma di vita cristiana nelle missione e nel mondo cattolico.
     La  nozione di DEVOZZIONE dice al tempo stesso di meno e di più di quella di culto.Dice di meno perché,mentre il culto esprime la compressione liturgica ed ecclesiale del mistero celebrato, la devozione si riferisce di preferenza all'aspetto personale e alla religiosità popolare; dice di più,però,in quanto non riguarda soltanto la celebrazione liturgica ma l'attegiamento interiore delle persone e le diverse pratiche spirituali che fanno parte integrante della devozione popolare, la cui origine risale spesso all'esperienza di grandi mistici....
    Nel campo della vita religiosa ogni devozione comporta quindi una finalità spirituale interpersonale che giustifica la pratica esterna; questa infatti appartiene all'ordine dei mezzi che suscitano, nutrono e accrescono l'unione sostanziale a Dio mediante la fede, la speranza e la carità; ed è in rapporto a tale finalità che noi giudichiamo il valore della devozione in genere ed il suo valore per la singola persona.Inoltre, in quanto deve esternarsi, la devozione comprende una concretizzazione morale,cultualle e immaginativa(ogni devozione si nutre di una raffigurazione, e spesso si referisce ad un avvenimento storico - la devozzione del Cuore di Cristo, qualle è apparsa nella  storia della Chiesa, è incentrada sulla raffiguratione convenzionale del Cuore de Gesù circondato dalla corona di spini e da cui si sprigionano fiamme,con una croce che domina il tutto.Altre raffigurazioni sono possibili: san Giovanni che riposa sul petto di Gesù o la scena del Costato trafitto, oppure l'Agnello mistico.
    Altra forma di vita cristiana:"SPIRITUALITÀ":Questa non si distingue adeguatamente dalla devozione, ma ne manifesta l'aspetto più profondo, e cioè il fatto che il rapporto all'oggetto di una può essere considerato all'interno si un progetto di vita spirituale,la quale tende alla pienezza della fede personalmente vissuta.
     Chiamiamo quindi "spiritualità particolare" la forma assunta dalla vita cristiana in quanto si rifá non alle pratiche cultuali ed esteriori,ma al dinamismo interiore di conoscenza e di adesione che tende alla pienezza della vita personale.
     Una spiritualità comprende 4 movimenti;
1-l'Elevazione-il dinamismo richiede sempre un certo distacco dalla realtá immediata,percepita dai sensi per portare ad un'elevazione verso un mondo invisibile e spirituale. Al cuore di Cristo viene quasi sempre abbinata l'elevazione della Croce, la quale è portatrice di un valore simbolico di pienezza cosmica. 
2-L'approfondimento: il movimento  spirituale deve poi portare all'unità interiore, la quale si ottiene mediante un' adesione alla realtà spirituale contenuta nel Mistero della salvezza.È lo Spirito di Dio,, interiore a tutte  le cose, che ci unisce ad esso mediante una interiorizzazione.Il Cuore de Cristo, ossia la scena del Costato trafitto,è eminentemente atto a suscitare e ad indurre questo movimento di interiorizzazione:il Cuore infatti è stato aperto dalla lancia; e  il Signore ci ha invitato ad  andare a lui: "Venite a me,voi tutti,che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore"Mt11,28-29.
3-La presenza: la vita spirituale richiede inoltre la coscienza di una presenza viva di Dio alla persona e della persona a Dio.Il Cuore di Cristo, in quanto è parte della persona stessa,permette di vivere la presenza divina mediante la contemplazione.
4-La partecipazione:nella vita spirituale non si tratta solo di contemplare ma di partecipare all'effusione della vita che è finalità del mistero della Redenzione.Talle effusione di vita attaverso l'umanità di Cristo deve operare in noi gli stessi effetti che ha operato in Cristo.
     Nel riferimento alla scena del Costato trafitto, la forma principale della partecipazione è simboleggiata dall'effusione del sangue e dell'acqua; quali segni dei sacramenti dell'eucaristia e del battesimo,nonché della Redenzione e dell'effusione dello Spirito Santo,essi ci indicano le articulazioni piú importanti della nostra vita cristiana.
   In realtá,questa spiritualità rimane sempre feconda e capace di suscitare nuove percezioni del mistero del Cuore di Cristo.

NOVENA DA MISERICÓRDIA

D.1474-Jesus,dai-me inteligência,um grande intelecto,unicamente para Vos conhecer melhor,porque,quanto melhor Vos conhecer,tanto mais ardentemente Vos amarei. Ó Jesus, peço-Vos um intelecto poderoso,para que entenda as divinas elevações espirituais.Ó Jesus, dai-me um intelecto penetrante com o qual possa chegar a conhecer a Vossa essência divina e a Vossa vida íntima Trina. Capacitai a minha mente através de uma especial graça Vossa.Embora saiba da capacidade da mente pela graça que me dá a Igreja,existe um grande tesouro de graças que Vós, Senhor, concedeis a pedido nosso, e se o meu pedido não Vos agrada,peço-Vos, não me deis a inclinação para uma tal oração.


DIA 5 DA NOVENA-D.1218"Hoje traze-Me as almas dos cristãos separados da unidade da Igreja e mergulha-as no Mar da Minha Misericórdia; na minha amarga Paixão dilaceravam o meu Corpo e o Meu Coração, isto é, a Minha Igreja.Quando voltam à unidade da Igreja,cicatrizam-se as Minhas Chagas, e
dessa maneira eles aliviarão a Minha Paixão"
Misericordiosíssimo Jesus,Tu que és a própria bondade e não negas a luz àqueles que te pedem, aceitai, na morada doTeu compassivo Coração, as almas dos nossos irmãos separados, e atrai-os pela Tua luz à unidade da Igreja e não os deixeis sair da morada do seu compassivo Coração, mas faze com que também eles glorifiquem a prodigalidade da Tua misericórdia.Mesmo para aqueles que aram o manto da Tua Unidade,flui do Teu Coração uma fonte de compaixão;A onipotência da Tua misericórdia,ó Deus, pode tirar também essas almas do erro.Eterno Pai, olhai com o olhar da Tua Misericórdia para as almas dos nossos irmãos separados, que esbanjaram os Vossos bens e abusaram das Vossas graças, permanecendo teimosamente nos erros. Não olheis para os seus erros, mas para o amor de Vosso Filho que suportou a amarga Paixão por eles,pois eles também estão encerrados no Coração compassivo de Jesus.Fazei com que também eles glorifiquem a Vossa grande misericórdia,por toda a eternidade.Amém.

DIA SEIS-D.1220-"Hoje traze-Me as almas mansas e humildes,assim como as almas das criancinhas, e mergulha-as na minha Misericórdia.Essas almas são as mais semelhantes ao meu Coração.Elas Me confortaram na minha amarga Paixão da minha agonia.Vi que no futuro iriam velar junto aos meus altares como anjos terrestres.Sobre elas derramo torrentes de graça.Só a alma humilde é capaz de aceitar a minha graça;as almas humildes, favoreço com a minha confiança."
Misericordiosíssimo Jesus, que dissestes:"Aprendei de Mim que sou Manso e humilde de coração",aceita, na morada do Teu compassivo Coração,as almas mansas e humildes e as almas das criancinhas.Essas almas encantam todo o Céu e são a especial predileção do Pai Celestial, são como um ramalhete diante do trono de Deus, com cujo perfume o próprio Deus se deleita.Essas almas têm morada permanente no Coração compassivo de Jesus e cantam sem cessar um hino de amor e misericórdia pelos séculos.A alma verdadeiramente humilde e mansa já respira aqui na terra o ar do paraíso, e o perfume do  seu coração humilde emcanta o próprio Criador.
     Eterno Pai, olhai com o olhar da Vossa Misericórdia para as almas mansas,humildes e para as almas das criancinhas que estão encerradas na morada compassiva do Coração de Jesus. Estas almas são as mais semelhantes ao Vosso Filho.O perfume dessas almas eleva-se da terra e alcança o Vosso trono.Pai de Misericórdia e de toda bondade,suplico-Vos pelo amor e predileção que tendes por essas almas; abençoai o mundo todo, para que todas as almas cantem juntamente à Vossa Misericórdia,por toda a eternidade.Amém.

D.47-À Noite,quando me encontrava na minha cela, vi Nosso Senhor vestido de branco.Uma das mãos erguida para a benção, e a outra tocava-Lhe a túnica,sobre o peito.Da túnica entreaberta sobre o peito saíam dois grandes raios, um vermelho e outro pálido.Em silêncio, eu contemplava o Senhor; a minha alma estava cheia de temor,  mas também de grande alegria.Logo depois, Jesus me disse:Pinta uma Imagem de acordo com o modelo que estás v endo,com a inscrição:Jesus,eu confio em Vós.Desejo que esta Imagem seja venerada,primeiramente,na vossa capela e, depois, no mundo inteiro

D.125-Tudo isso ainda se podia suportar.Mas, quando o Senhor exigiu que eu pintasse aquela Imagem, começaram a falar de mim abertamente e a olhar-me como se fosse uma histérica e visionária, e tudo começõu a se espalhar cada vez mais.Uma das Irmãs veio falar comigo confidencialmente.E começou a manifestar pena de mim,Disse-me:"Ouvi dizer que a Irmã é uma visionária,que está tendo visões.Pobre Irmã,procure defender-se disso." Essa alma era sincera e disse-me sinceramente o que tinha  ouvido.Mas eu tinha que escutar coisas assim todos os dias.E,quanto isso me afligia só Deus o sabe.

D.299-Os dois raios representam o Sangue e a Água:o raio pálido significa a Água que justifica as almas; o raio vermelho significa o Sangue que é a vida das almas.Ambos os raios jorraram das entranhas da Minha misericórdia,quando na Cruz,o Meu Coração agonizante foi aberto pela lança.Estes raios defendem as almas da ira do Meu Pai.Feliz aquele que viver à sua sombra,porque não será atingido pelo braço da justiça de Deus.Desejo que o primeiro domingo depois da Páscoa seja a Festa da Misericórdia.

DIA 7 DA NOVENA:
D.1224-"Hoje traze-me as almas que veneram e glorificam de maneira especial a minha Misericórdia e mergulha-as na minha Misericórdia.Essas almas foram as que mais sofreram por causa da minha Paixão e penetraram mais profundamente no meu espírito.Elas são a imagem viva do meu Coração compassivo.Essas almas bilharão com uma luz especial na vida futura.Nenhuma delas irá ao fogo do inferno; defenderei cada uma delas de maneira especial na hora da morte."
Misericordiosíssimo Jesus,cujo Coração é o próprio Amor, aceita, na morada do Teu compassivo Coração, as almas que honram e glorificam de maneira especial a grandeza da Tua Misericórdia.Essas almas, potentes pela força poderosa do próprio Deus, avançam entre penas e adversidades confiando na Tua Misericórdia.Essas almas estão unidas a Jesus e carregam,sobre seus ombros, a humanidade inteira.Elas não serão julgadas severamente, mas a Tua Misericórdia as envolverá no momento da morte. A alma que glorifica a bondade do Senhor é por Ele especialmente amada; ela está sempre próxima da fonte viva e bebe as graças da misericórdia divina.  Eterno Pai, olhai com o olhar da vossa Misericórdia para as almas que glorificam e honram o vosso maior atributo, isto é,vossa insondável Misericórdia;elas estão encerradas no Coração compassivo de Jesus.Essas almas são o Evangelho vivo; suas mãos cheias de boas obras e a alma repleta de alegria cantam um cântico de misericórdia ao Altíssimo.Suplico-vos,ó Deus, mostrai-lhes a vossa Misericórdia segundo a esperança e confiança que em Vós colocaram.Que se cumpra nelas a promessa de Jesus,que disse:"As almas que veneram a minha insondável misericórdia,Eu mesmso as defenderei durante a vida,especialmente na hora da morte,com minha glória."Amém.

                 ORAÇÃO
D.247- jESUS,AMIGO DO CORAÇÃO SOLITÁRIO,VÓS SOIS O MEU REFÚGIO,vÓS, A MINHA PAZ, O MEU ÚNICO SOCORRO, VÓS A SERENIDADE NOS MOMENTOS DE LUTAS E NO MAR DE DÚVIDAS.SOIS O RAIO BRILHANTE QUE ILUMINA A ESTRADA DA MINHA VIDA. VÓS SOIS TUDO PARA A MINHA ALMA SOLITÁRIA. VÓS COMPREENDEIS A ALMA,EMBORA ELA SE CALE.VÓS CONHECEIS AS NOSSAS FRAQUEZAS E,COMO BOM MÉDICO,CONSOLAIS E CURAIS, POUPANDO SOFRIMENTOS-COMO BOM CONHECEDOR.

quarta-feira, 26 de dezembro de 2012

NOVENA DA MISERICÓRDIA-DIA 4

D.30-Em certo momento, estava refletindo sobre a SantíssimaTrindade,sobre a essência de Deus.Queria a todo custo aprofundar e conhecer quem é esse Deus...De súbito, o meu espírito foi arrebatado cmo que para outro mund.Vi uma claridade inacessíel, e nela como que três fontes de luz,que não podia compreender.E dessa claridade saíam palavras como trovões que envolviam o céu e a terra.Não compreendendo nada daquilo fiquei muito triste.Nesse momento do mar de claridade inacessível saiu o nosso amado Salvador em beleza inconcebível,com chagas brilhantes.E daquela claridade ouvia-se esta voz:Como Deus é na sua essência, ninguém pode compreender, nem a inteligência dos anjos,nem a humana.   Jesus me disse:Procura conhecer a Deus, refletindo sobre os Seus atributos.  Após um momento, Nosso Senhor fez o sinal da cruz com a mão e desapareceu.
Dia 4-Novena da misericórdia
D.1216-"Hoje traze-Me os pagãos e aqueles que ainda não Me conhecem e nos quais pensei na minha amarga Paixão. O seu futuro zelo consolou o Meu Coração.Mergulha-os no mar da  Minha Misericórdia".
Misericordiosíssimo Jesus, Tu que és a luz do mundo todo, aceitai, na morada do Teu compassivo Coração, as almas dos pagãos que ainda não Te conhecem.Que os raios da Tua graça os iluminem para que também eles, juntamente conosco,glorifiquem as maravilhas da Tua misericórdia; e não os deixeis sair da morada do Teu compassivo Coração.Que a luz do Teu amor ilumine as trevas das almas! Faze que estas almas Te conheçam e glorifiquem a Tua misericórdia,juntamente conosco!
Eterno Pai, olhai com o olhar da Vossa Misericórdia para as
almas dos pagãos e daqueles que ainda não Vos conhecem,mas e que estão encerradas no Coração compassivo de Jesus.
Atrai-as à lua do Evangelho.Essas almas não sabem que  grande felicidade é amar-Vos; fazei com que também elas glorifiquem a prodigalidade da Vossa Misericórdia.Amém.

terça-feira, 25 de dezembro de 2012

A CANÇÃO...

AO SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS

CORAÇÃO SANTO,TU REINARÁS;
O NOSSO ENCANTO,SEMPRE SERÁS.

Jesus amável, Jesus piedoso,
Pai amoroso,Frágua de amor
A teus pés venho,Se tu me deixas,
Sentidas queixas,Humilde expor.

Divino peito,Que amor inflama,
Que em viva chama,Ardendo estás,
Olha esta terra,Tão desolada.
E abrasada,Logo a verás.

Estende pois,Teu suave fogo.
E tudo logo Se inflamará.
Mais tempo a terra,No mal sumida,
E endurecida Não ficará

Teu sacro fogo,Amor ardente,
Como consente,Tão grande mal?
Ao Brasil chegue,Tua bondade
E caridade,Rei divinal!

NOVENA DA DIVINA MISERICÓRDIA-DIA3

D.1214-"HOJE TRAZE-ME TODAS AS ALMAS PIEDOSAS E FIÉIS E MERGULHA-AS NO OCEANO DA MINHA MISERICÓRDIA.ESSAS ALMAAS CONSOLARAM-ME NA VIA SACRA; FORAM AQUELA GOTA DE CONSOLAÇÕES EM MEIO AO MAR DE AMARGURAS"

Misericordiosíssimo Jesus,que concedeis prodigamente a todas as graças do teouro da Tua Misericórdia, acolhei-nos na morada do Teu compassivo Coração e não nos deixeis sair dele pelos séculos.Suplicamos-Te pelo amor inconcebível de que está inflamado o Vosso Coração para com o Pai Celestial.As maravilhas da misericórdia são insondáveis;nem o pecador, nem o justo as entenderá; para todos olhais com olhar da compaixão e a todos atraís para o Teu amor.
Eterno Pai, olhai com o olhar da Vossa Missericórdia para as almas fiéis,como a herança do Vosso Filho e pela dolorosa Paixão concedi-lhes a Vossa bênção e cercai-as da vossa incessante proteção,para que não percam o amor e o tesouro da santa fé, mas para que,com toda a multidão dos Anjos e dos Santos, glorifiquem a Vossaa imensurável misericórdia,por toda eternidade.Amém

segunda-feira, 24 de dezembro de 2012

SAINTE MARGUERITE-MARIE (1647-1690)

(Prier 15 jours avec Marguerite Marie, par Gérard Dufour)                                 
   Marguerite,cinquième enfant de Claude Alacoque et Philiberte Lamyn,est née à Vérosvres(Saône-et-Loire) en la fête de sainte Madeleine,le 22 juillet 1647.
   À l'âge de 5 ans,lors d'un sèjour chez sa marraine, elle fait une premiére ofrande de sa vie à Dieu:"Ô mon Dieu, je vous consacre ma pureté et vous fais voeu de perpétuelle chasteté".Cette première offrande est le début d'un grand amour pour le Seigneur.Marguerite ,agée de 8 ans,a la mort de son père,est confiée à des clarisses à Charolles où elle fait sa premiére communion á l'age de 9 ans.commence pour ele une extraordinaire vie eucharistique.Si les communions ne peuvent être fréquentes,Marguerite aime prier longuement devant le tabernacle.
    Atteinte  d'une maladie mystérieuse,elle doit quitter les soeurs clarisses de Charolles au bout de 2 ans.Une épreuve de quatre ans qui ne prend fin que par une guérison miraculeuse:"On ne put jamais trouver de remède á mes maux que de me vouer à la Vierge, lui promettant que si elle me guérrissait,je serais un jour une de ses filles".
en reconaissance de cette  guérison, Margarite ajoute le nom marie á son premier prénom lors de sa confirmation en1669 et sa prise d'habit en 1671.(...)
    Ayant fait connaître à sa famille sa détermination d'embrasser la vie religieuse, après une tentative infructueuse chez les ursulines de Mâcon, Marguerite-Marie se présente au monastère de la Visitation de Paray-le-Monial le 25 mai 1671.Dès qu'elle entre au parloir, elle entend une voix:"C'est ici que je te veux".(...)
    Margarite -Marie va connaître un amour extraordinaire pour le Sauveur aui lui apprend á faire oraisonet entend être son seul guide spirituel.Cette conduite exceptionnelle a de quoi inquiéter,au point que Margarite-Marie redoute un moment d'être renvoyée,mais Jésus intervient:"Désormais j'ajusterai mes grâces á l'esprit de ta régle,à la volonté de tes supérieurs et à ta faiblesse...jesuis content que tu prefères la volonté de tes supérieures à la mienne,lorsqu'elles te défendront de faire ce que je t'aurai ordonné...Je ne me réserve que la conduite de ton coeur."(...)Touché par l'humilité et l'obeissance de Margarite-Marie,il peut rassurer sa supériere....en février1675,4 moins avant la grande apparition,arrive à Paray un jésuite de 35 ans,Claude La Coombiére,que Jésus désigne à Margarite-Marie comme son "fidèle serviteur et parfait ami".Les premiers échanges ne sont pas faciles,Margarite-Marie éprouve du mal à se conier, mais bientôt Claude La Colombiére est convaicu de l'origine surnaturelle des apparitions.
   "Une fois que le Pére vint dire la messe à notre église,notre Seigneur lui fit de trés grandes grâces et à moi aussi.Car,lorsque je m'approchai pour le recevoir dans la sainte Communion,il me montra son sacré Coeur comme une ardente fournaise,et deux autres (coeurs)qui allaient s'y unir et abîmer,en me disant:"C'est ainsi que mon pour amour unit ces trois coeurs pour toujours".Et après il me fit entendre que cette unions était faite pour la gloire de son Sacré coeur dont il voulait que je lui découvrisse les tresórs afin qu'il en fit connaître et en publiât le prix et l'utilité; et que pour cela il voulait que nous fussions comme frère et soeur,également partaés de biens spirituels."
   Lorsque jésus demande à Mararite-Marie l'instauration d'une fête pour  honorer son Coeur et qu'elle fait remarquer au Sauveur sa faiblesse et son indignité,celui la renvoie à Claude la Colombière:"Dis-lui de ma part de faire son possible                        poue établir cette dévotion et donner ce plaisir á mon divin Coeur.Qu'il ne se décourage pas pour les dificultés qu'il y rencontrera,car il n'en manquera pas,mais il doit savoir que celui-lá est tout puissant qui se défie entièrement de soi - même  pour se confier à moi."
     Claude n'etait resté qu'un an et demi à Paray.Il y reviendra quelques jours, malade,au début de 1679,á son retour d'Angleterre dont il est banni,puis quelques mois á partir d'août 1681,jusqu'à sa mort qui survient le 15 février 1682.(...)
    Margarite-Marie, en mai 1690,obtient de n'être pas désignée comme supérieure:cela se passe 5 mois avant sa mort, dans la soirée du 17 octobre.Elle avait alors un peu plus de 43 ans.                                  


        

DIA 2-NOVENA DA MISERICÓRDIA

(Da tradução livre e adaptada de:Bryan&Susan Thatcher,Cenacle Formation Manual,vol1,pp.13-15
e novena:publicação do Apostolado da Divina Misericórdia)


Relembrando algumas palavras de Nosso Senhor à Santa Faustina:
D.1485-"Olha, alma, para ti fundei o trono da Misericórdia na terra, e esse trono é o Sacrário, e dele desejo descer ao teu coração"
D.1777-"Reza quando puderes pelos agonizantes;
pede para eles a confiança na Minha misericórdia,porque eles são os que mais necessitam de confiança e os que menos a têm.Fica sabendo que a graça da salvaão eterna de algumas
almas no seu derradeiro momento depende da tua oração"

DIA 2 DA NOVENA:

D.1212-"Hoje, traze-me as almas dos sacerdotes e religiosos e mergulha-as na minha insondável misericórdia.Elas Me deram força para suportar a amarga Paixão.Por elas,como por canais, desce sobre a Humanidade a Minha Misericórdia"
Misericordiosíssimo Jesus, de quem provém tudo o que é bom, aumentai em nós a graça,para que pratiquemos dignas obras de Misericórdia, a fim de que aqueles que olham para nós,glorifiquem o Pai da Misericórdia que está no Céu.A fonte do amor divio mora nos corações puros banhados no amor da misericórdia,brilhantes como as estrelas,luminosos como a aurora.
Eterno pai,olhai com o olhar da Vossa misericórdia para a porção eleita de vossa vinha:para a alma dos sacerdotes e religiosos.Concedei-lhes o poder da vossa benção e, pelos sentimentos do Coração de vosso Filho, no qual estão encerradas, dai-lhes a força da vossa luz, para que possam guiar os outros nos caminhos da salvação e juntamente com eles cantar a glória da vossa insondável Misericórdia, por toda a eternidade.Amém.

O TERÇO DA MISERICÓRDIA

domingo, 23 de dezembro de 2012

NOVENA DA DIVINA MISERICÓRDIA -DIA 1

 (VIDE POSTAGEM DE 11/04/2010-MAIS A RESPEITO DA DIVINA MISERICÓRDIA)

A misericordia é a maior qualidade que Deus manifesta a nós no mundo e na história:
DIÁRIO(D.)301-"Diz que a misericórdia é o maior atributo de Deus.Todas as obras das
Minhas mãos são coroadas pela misericórdia"
D.1190-"De todas as Minhas Chagas(...) corre a misericórdia para as almas, mas a Chaga do Meu Coração é uma fonte de insondável misericórdia"
D.453-"A alma que mais Me agrada é aquela que crê firmemente na Minha bondade e tem plena confiança em Mim; concedo-lhe a Minha confiança..."
Uma outra forma de culto à divina misericórdia é a novena da misericórdia:
D.796-"O Senhor me disse para rezar o Terço da Misericórdia por nove dias antes da Festa da Misericórdia.Devo começar na sexta-feira santa.Através desta novena concederei às almas toda espécie de graças"

DIA 1-"D.1210-HOJE ,TRAZE-ME A HUMANIDADE INTEIRA,ESPECIALMENTE TODOS OS PECADORES, E MERGULHA-OS NO OCEANO DA MINHA MISERICÓRDIA; COM ISSO ME CONSOLARÁS NA AMARGA TRISTEZA EM QUE A PERDA DAS ALMAS ME AFUNDA"
Misericordiosíssimo Jesus,de quem é próprio ter compaixão de nós e nos perdoar, não olheis os nossos pecados,mas a confiança que depositamos em Vossa infinita bondade.Acolhei-nos na morada do vosso compassivo Coração e nunca nos deixeis sair dele.Nós vo-lo pedimos pelo Amor que Vos une ao Pai e ao Espirito Santo.Ó onipotência da misericórdia divina,socorro para o homem pecador,Tu és o oceano de misericórdia e de amor, e ajudas a quem te pede humildemente.
Eterno Pai, olhaicom misericórdia para toda humanidade,encerrada no Coração compassivo de Jesus, mas especialmente para os pobres pecadores.Pela Sua dolorosa Paixão, mostrai-nos a Vossa misericórdia,para que glorifiquemos a onipotência da Vossa misericórdia,por toda a eternidade.Amém.

sábado, 22 de dezembro de 2012

O QUE VEM OCUPANDO O MEU PENSAR...

    Do livro:CASTILHO,J.M..Ahumanidade de Deus.In;A ética de Cristo.Trad:Machado,A.A..
                        São Paulo:Ed.Loyola,2010

 "Deus é, por certo, um profundo e insondável Mistério.Porém, o que é preciso saber é onde pomos o "Mistério".Se "mistério" é oculto,o inalcançável, aquilo que não podemos abarcar com nossa limitada capacidade de entender que Deus é Mistério.Porém,em que e onde está esse Mistério ? Também o Deus que nos foi revelado em Jesus é profundamente misterioso e desconcertante.
   Quando nós, cristãos,falamos do mistério da encarnação,referimo-nos a um profundo mistério que situamos no tratado teológico de Cristo,a cristologia. E a um mistério que também é central no tratado teológico de Maria, a mariologia.Porém, poucas vezes, talvez nunca, chegamos a pensar antes de tudo, o mistério da encarnação é central,principalmente no tratado de Deus e para o conheimento de Deus.A partir desse mistério insondável, Deus começa a ser diferente para nós,porque, na encarnação, Deus se funde e confunde como humano, a ponto de já não ser possível  nem entender,nem ter acesso a Deus prescindindo do humano e, menos ainda, entrando em conflito com o humano, com tudo o que é verdadeiramente humano e,portanto, com tudo o que rozanos torna felizes, a nós ,humanos com tudo o que nos realiza, nos apereiçoa e nos faz gozar e desfrutar da vida humana emtoda sua amplitude e formosura.
       Portanto,quando falamos do mistério da encarnação, não nos referimos a um Deus que já era conhecido de nós desde antes e a respeito do qual já sabíamos tudo.De tal modo que o que se realizou nesse mistério se reduz ao fato de que um ser humano,o filho de Maria,jesus,tenha sido divvinizado,quer dizer,chegado a ser de condição divina,ou seja,Deus,o Deus que nós' já sabíamos quem é e como é.Assim, segundo parece, é como muitas pessoas imaginam que deva ser explicado o mistério da encarnação,
        Ocorre,porém,que essa explicação esbarra numa dificuldade irrremediável.Recordei anteriormente o texto do evangelho de João no qual se diz que "ninguém jamais viu a Deus"(Jo1,18). Ou seja, Deus não está a nosso alcance.Por isso, o texto acrescenta:Deus,Filho
único,que está no seio do Pai , no-lo revelou".Com isto, o evangelho quer nos dizer que o Deus que nós não podíamos conhecer foi-nos dado a conhecer em Jesus, o"Filho único do Pai".Em outras palavras, Jesus é a revelação de Deus.Aquilo que não podíamos conhecer nem alcançar nos foi revelado em um ser humano,no homem Jesus de Nazaré.É o mesmo que com outras palavras, nos é dito no hino solene da carta aos colossenses, na qual se afirma que Cristo é a "imagem do deus invisível'(Cl1,15).O fim mesmo da "imagem" é representar, dar a conhecer, revelar,pois isso, exatamente isso,  é o que se realizou na pessoa, na vida e nas palavras de Jesus.
         Quero com isso diizer que a teologiaa se equivocou quando tomou como ponto de partida uma idéia  de Deus deduzida da filosofia.Essa ideia foi logo aplicada a Jesus.E assim chegamos a pensar que sabiamos quem é Jesus,o que significa que seria a filosofia a doutrina que nos daria a conhecer o conteúdo o mais profundo da teologia.Ou seja, seria Deus(o Deus da filosofia) quem nos dá a conhecer Jesus.Ocorre, todavia, que é exatamente o inverso.É Jesus,o homem Jesus de Nazaré,quem nos dá a conhecer Deus. Portanto,quando afirmamos que Jesus é Deus,ou quando nos perguntamos se Jesus é Deus, no fundo, o que estamos fazendo é partir da convicção de que nós já sabemos quem e como é Deus. E, uma vez admitida essa hipótese, queremos saber se isso,que já sabemos sobre Deus, se realiza em Jesus.Entretanto, quando procedemos dessa maneira, não percebemos que o que realmente não sabemos diz respeito a Deus.E não levamos em conta que quem nos explica o que se refere a Deus é Jesus.portanto, o correto sera dizer, de um modo melhor,que Deus é Jesus.Porque em toda oração predicativa, o desconhecido é o sujeito, de tal forma que a função do predicado é dar a conhecer o sujeito e explicar o sujeito.Exatamente a função e o papel que Jesus desempenha revelar-nos Deus e dizer como é esse Deus em que cremos e a quem buscamos. Aí está o sentido profundo da afirmação de Jesus:"Ninguém conhece o Pai ,a não ser o Filho,e aquele a quem o Filho quiser revelá-lo(Mt11,27).Somente Jesus nos pode dar a conhecer o Pai-Deus.Ou, dito de maneira mais taxativa somente em Jesus conhecemos a Deus.Esta é a razão pela qual o próprio Jesus disse ao apóstolo Filipe:"Aquele que me viu,viu o Pai"(Jo14,9).Ver a Jesus é ver a Deus
     Por isso,pode-se e deve-se dizer que em Jesus se concretizou o grande acontecimento que marcou definitivamente a história das tradições religiosas da humanidade.No homem Jesus, o divino fundiu-se com o humano,de tal modo que , a partir de Cristo ficou demonstrado que Deus é diferente do que se supõe.Porque o distintivo mais profundo de Deus não é sua divindade(que nem sabemos o que é,nem podemos sabê-lo),mas sim sua humanidade.Sem dúvida, nisso está radicado o mistério profundo de Deus que, sem deixar de ser o Transcendente, é a realização mais plena e mais profunda da humanidade."

PARA REZAR O TERÇO DA MSERICÓRDIA

Diário de Santa Faustina-330-Em determinado momento,o confessor me disse que rezasse em sua intenção(220-Ó Maria,minha Mãe,peço-Vos humildemente,cobri minha alma com Vosso manto virginal...).Comecei uma novena a Nossa Senhora,que consistia em rezar nove vezes:"Salve Rainha".(...)No final da novena,vi a Mãe de Deus com o menino Jesus...vi também meu confessor ajoelhado a Seus pés...Ouvi...algumas palavras que Nossa Senhora lhe dizia... :Não sou apenas a Rainha do Céu,mas também a Mãe da Misericórdia e tua Mãe.E,nesse momento estendeu a mão direita,na qual segurava o manto,e cobriu com ele o sacerdote.Nesse momento, a visão desapareceu.


   MINHA MÃE MISERICORDIOSA

Ó toda Bela
Mãe de Misericórdia e do próprio amor,
fazei que vossa radiante pureza me envolva e
me proteja neste dia.
Que o Vosso manto virginal de obediência e de santidade me guie e me faça andar passo a passo convosco e com Vosso amado Filho.
Fazei meus pensamentos puros, minhas palavras amáveis e meu coração repleto de confiança em Deus.
Mãe do Amor, fazei que eu trate hoje os outros
com bondade e misericórdia.
Que eu seja uma luz no cume da montanha a guiar os outros ao vosso Imaculado Coração e, através de Vós...
ao sagrado e misericordioso Coração de Jesus.Amem
(in Bryan &Susan Thatcher,Cenacle Formation Manual,vol1,p.77)

COMO REZAR O TERÇO DA MISERICÓRDIA:
na seguinte ordem:
1º-rezar 1 Pai-Nosso,1 Ave-Maria,1 Credo
Em seguida:
Reza-se NAS CONTAS GRANDES: Eterno Pai,eu Vos ofereço o Corpo e Sangue, Alma e Divindade de Vosso diletíssimo Filho,Nosso Senhor Jesus Cristo, em expiação dos nossos pecados e dos do mundo inteiro.
E, NAS CONTAS PEQUENAS:Pela Sua dolorosa Paixão,tende misericórdia de nós e do mundo inteiro.
D.476-No fim(do terço), rezarás tres vezes estas palavras:
"DEUS SANTO,DEUS FORTE,DEUS IMORTAL,TENDE PIEDADE DE NÓS E DO MUNDO INTEIRO"
D.1320-"Às tres horas da tarde,implora a minha misericórdia especialmente pelos pecadores e, ao menos por um breve tempo, reflete sobre a Minha Paixão(...)Esta é a hora de grande misericórdia para o mundo inteiro."
Alguns oram às tres horas da madrugada,/ou/ também neste horário.
A misericórdia do Senhor não anula,antes, nos convida
à conversão para Ele e ao perdão para o irmão.
Pode-se repetir:"Jesus,eu confio em vós".

Para pensar:
-Você sabe quem é "Theotókos"?
-Qual o lugar que Maria(MÃE DA MISERICÓRDIA) ocupa na sua vida diária?
-Tente listar as qualidades de Maria,que mais lhe toca.


quarta-feira, 19 de dezembro de 2012

UM POUCO DE HISTÓRIA



SÍNTESE DA HISTÓRIA DA MORAL
A história da moral começa a ser estudada só a partir da 2ª Guerra Mundial.
I-DO SÉCI AO VI-1)Do séc. I ao IV- a)Os escritos dos padres apostólicos tem uma ética, preferentemente,religiosa,teocêntrica ou cristocêntrica e consiste em querer fazer o que Deus quer.Eles manifestam a importância da moral enfrentando temas significativos para a vida pessoal do cristão,como as conjugal e social. b) Nos alexandrinos(sécs. III e IV) a moral consiste na imitação de Cristo, que é "pedagogo" para a vida cotidiana(Clemente de Alexandria).
Para Orígenes, a possibilidade de perfeição é levar o cumprimento da semelhança com Deus pelo cumprimento perfeito das obras. C)Os africanos de Cartago e África do Norte,tem Tertuliano, que foi rigorista e passa ao montanismo; S. Cipriano; Arnóbio e Lactâncio,que com suas "Instituições Divinas" compõe um verdadeiro tratado de moral, transforma a filosofia moral em teologia moral e constrói uma doutrina moral fundamentada nas verdades natural e revelada.
2- a)A vida cristã, no séc. IV, vive sua idade de ouro da moral patrística,com a cristianização do império romano, florescimento do monaquismo , fortes personalidades na direção da vida da Igreja no Oriente grego e Ocidente latino e expansão fora e dentro do império romano.Através das catequeses batismais, vê-se que a adesão à doutrina cristã comporta a conversão moral.A formação cristã durará por toda vida pela explicação das Escrituras,durante as celebrações litúrgicas.No séc. IV, a vida monástica forma o ideal moral dos cristãos, vislumbrado o deserto. b)Os padres da Capadócia,mais lembrados, são: S.Gregório de Nissa,o padre do misticismo,S.Gregório de Nazianzo e S.Basílio,o Grande que em suas "Regras morais" descreve os deveres gerais dos cristãos,estabelecendo os fundamentos da legislação monástica oriental. C)Antioquia,escola importante, cujo representante maior é S. João Crisóstomo,cuja finalidade é promover o bem moral dos seus ouvintes e leitores,promover a justiça, definir os deveres morais das diversas condições humanas, inclusive na política. d)No ocidente, destacam-se S.Ambrósio,cujo tratado "Dos deveres dos eclesiásticos" é considerado a primeira exposição sintética de moral cristã; Sto. Agostinho:ocupa o primeiro plano na história moral patrística e de todos os tempos.Cristo é o centro da vida e moral agostiniana,que se concentra na caridade, sob as formas de: prudência, fortaleza e temperança.Enfrentou a primeira heresia moral: o pelagianismo, insistência no papel da liberdade humana, quase negando o papel do pecado original.A liberdade e a graça ocupam lugar de primeiro plano na sua moral. 3-Os séculos V e VI na Europa- período das invasões bárbaras. Boécio, Cassiodoro e S. Isidoro deSevilha transmitirão conhecimentos morais do platonismo e estoicismo à Idade Média; e no Oriente, o farão S.Máximo, o Confessor e S.João Damasceno.A teologia moral dos Padres é da perfeição,em busca de virtude, principalmente, a caridade. O ensinamento moral se insere no quadro litúrgico.
II-A TEOLOGIA MORAL DO SÉCULO VII AO XIII- 1)Do século VI ao XI: a) Os livros penitenciais, de confusa história literária era uma coletânea de tarifas penitenciais, aplicadas às culpas diversas advindas das confissões dos pecados, privadamente, a um sacerdote. Tais penitenciais, também, oferecem ensinamentos sobre a vida moral destes períodos obscuros. b)Século XII-Período de Renascença, em teologia moral. *A moral monástica: própria dos monges, abrange, numa única visão,a moral, a espiritualidade e a mística. Atrai numerosas vocações. A fonte desta moral é a Bíblia. O século III foi a época mais brilhante desta moral. S. Anselmo tem seu pensamento baseado na Escritura e recorre à razão.O seu "De veritate" propõe o problema da obrigação moral.
Os cistercenses, representados por S.Boaventura, com moral ligada ao dogma, à espiritualidade, à política sob o signo da paz e é,também, uma moral social atenta à promoção das classes trabalhadoras ou de ofícios. *As artes liberais:Nas escolas urbanas das catedrais e das colegiadas, querem restaurar as sete artes liberais e as três partes da filosofia;lógica,física e ética. O fim é descobrir o ensinamento moral dos antigos com integração de elementos numa síntese cristã superior. Na Escola de Chartres, Bernardo de Chartres coletava e ajuntava trechos morais dos autores estudados. * Abelardo trata os problemas morais com o rigor do raciocínio. Restaura as quatro virtudes morais cardeais. Na sua "Ética", reage,energicamente, contra uma moral demasiado objetiva e mostra a importância do fator pessoal da intenção e um sentido vivo da responsabilidade pessoal. Na segunda metade do século XII opera-se uma espécie de síntese de todas as tendências, é o tempo das sentenças e dos tratados teológicos.
No século XIII, fundam-se universidades; as ordens mendicantes, franciscanas e dominicanas e descobre-se Aristóteles,que tem sua "Ética a Nicômaco" traduzida. a) Da escola dominicana, S. Alberto Magno abre a porta ao pensamento aristotélico e prepara a obra de S. Tomás de Aquino, cuja moral é, essencialmente teológica.Sua moral consiste na visão beatífica, sem negar a felicidade imperfeita alcançada neste mundo. Seus tratados centrais são sobre a lei e a graça. Para o cristão: a lei nova nada mais é do que a presença da graça do Espírito Santo que o gera. Sua moral representa a maior síntese já tentada. Destacam-se entre suas obras: a Summa Theologiae, Summma contra os gentios,etc. b)Na escola franciscana, S. Boaventura propõe uma síntese original:Cristo, Verbo de Deus é o ponto de partida de sua moral. Em "Itinerarium mentis ad Deum", Deus é o fim para o qual tende a nossa vontade enformada pela caridade. Ele vê na fé uma disposição á caridade e à justiça e regulamenta as relações com os outros. a)A doutrina de Duns Scoto, sobre ética, tem como ponto de partida o amor infinito de Deus que pede que o homem o ame por si mesmo e a resposta do homem ao amor divino deve ser absolutamente livre.
b)Moral prática: O IV Concílio de Latrão (1215) impôs a todos os cristãos, após a idade da razão, a obrigação da confissão anual das culpas graves ao próprio pároco. Sumas foram compostas por dominicanos e franciscanos para formar os confessores. No século XIII, são redigidos numerosos Manuais de confessores.
III-A TEOLOGIA MORAL DO SÉCULO XIV AO XVIII:
A partir do Concílio de Trento há a elaboração de novo tipo de teologia moral, que se mantém até meados do século XX.
1-O OCKHANISMO- Para Guilherme de Ockham, Deus é infinitamente livre, é a causa de toda a obrigação moral, que se aplica ao homem, essencialmente, contingente, e Nele não há distinção entre essência, inteligência e vontade. Sua moral é positiva: consiste na obediência à lei.
2-O movimento de elaboração de Sumas para confessores e manuais de confissão tem sua continuidade.
3-Para o Renascimento do Tomismo, no século XVI, o humanismo propõe a volta às fontes e é uma ética que exalta a caridade e a liberdade, entendida como sentido de responsabilidade pessoal.
A Reforma Protestante comporta uma ética das responsabilidades terrestres. A universidade de Paris é o centro principal teológico –moral. João Mair é o primeiro a usar a expressão teologia positiva em contraposição à teologia escolástica, para sublinhar o caráter moral e prático do seu ensinamento. O renascimento tomista ocorre com Caetano, que escreve o primeiro Comentário completo da Summa Theologiae, apresentando magnífica metafísica do dogma e da moral.
4-Em 1551, o Concílio de Trento publicou um decreto doutrinal e alguns cânones sobre a penitência, que condenavam a doutrina protestante.O concílio exigia a integridade da confissão dos pecados mortais. Surgiu a necessidade de ensinamento moral adaptado às necessidades da pastoral sacramentaria preconizada pelo concílio. Em 1563, o Concílio de Trento decretou a fundação dos seminários para a formação do clero. O estudo da teologia moral passa a ser ,exclusivamente, orientado para preparar sacerdotes.
As "Institutiones Morales",que virão a se intitular,simplesmente, "theologia moralis", tem como característica principal a primazia do direito.Na falta do ensino do direito canônico nos colégios fundados pelos jesuítas ou noutros, tal lacuna era preenchida pela moral.O tratado mais importante da moral fundamental é o da consciência.O "princípio do Probabilismo" será enunciado por Bartolomeu de Medina:"Quando há duas opiniões, uma das quais é mais provável e a outra provável simplesmente,é permitido seguir esta última".Este princípio atrairá a atenção por mais de três séculos e ocupará o lugar mais importante das "Institutiones Morales" sobre a consciência. do quadro da probabillidade.Degenerou numa moral de classe,tornando-se indulgente no tocante aos preconceitos da nobreza(ex: os duelos e aborto). As proposições laxistas abrangiam o conjunto da moral como testemunhado pelas listas de condenação do Magistério.
6-Violenta reação às proposições laxistas com condenação de certo número de livros de moral ocorre:vem a inserção do jansenismo,que tem seu ponto de partida na corrupção total da natureza humana devido ao pecado original; a concupiscência inclina ao mal. Em moral,Pascal considera a vontade de Deus contraposta à consciência. Há pessimismo em relação ao matrimônio: a mais baixa das condições do cristianismo.
7-Rigorismo:reação ao laxismo. As condenações do Magistério contribuiu para o seu surgimento.Em 1657, dissocia-se do probabilismo, para assumir o probabilionismo como doutrina oficial: "é sempre preciso seguir a opinião mais provável".A moral rigorista de Genet é a moral típica ensinada nos seminários europeus,no século XVIII.
8-S. Afonso de Ligório: teólogo moralista, elabora um sistema, o equiprobabilismo que articula-se em três princípios: primazia da verdade, os deveres da consciência e os direitos da liberdade humana.Sua moral se imporá na igreja,substituindo a moral proposta pelos manuais rigoristas.
IV-A TEOLOGIA MORAL DO SÉC. XIX ATÉ HOJE:
1- Os manuais de teologia moral retornam: a doutrina das "Institutiones morales", segundo a ordem do decálogo.
Tais manuais não compreendiam a doutrina social da Igreja, que se desenvolve após a publicação da encíclica Rerum novarum, de Leão XIII.
2-A Escola de Tübingen-
-A filosofia de Kant ajuda a retomar consciência da importância da intenção,em moral.
-Tübingen organiza sua moral à volta de princípios, em que apelava para a Escritura, sem resolver problemas concretos.
3-A renovação tomista: No século XIX, abre-se caminho,na Alemanha, para a reaproximação ao pensamento tomista.
4- O século XX:
a)De 1900 a 1930- Schilling, bom conhecedor de S. Tomás,assume a caridade como princípio da moral, e conserva a divisão de deveres com Deus. Os manuais de teologia moral afonsiano conhecem várias reedições, integrados com as intervenções do Magistério e com decisões do Direito Canônico,promulgado em 1917.
b)De 1930 a 1960-Tenta-se estruturar uma teologia moral positiva da vida cristã.Na Alemanha, as morais são cristocêntricas.Alguns autores propõem como temas centrais da moral o corpo místico de Cristo.
Para Soren Kierkegard, o homem deve responder ao apelo concreto de Deus num momento determinado; S.o kairós : o momento salvífico determina o nosso modo de agir atual.
c)A teoria moral do C.Vaticano II- O Conc. Vat. II falou pouco de moral. O decreto OT ao nº6 dá diretrizes para uma moral centrada no mistério de Cristo e na história da salvação e na caridade.O fundamento último dos direitos da consciência está na dignidade da pessoa humana.Os elementos racionais são assumidos na fé. O Concílio tentou, depois, dois ensaios de moral: 1- moral da caridade integral(L.G.) e outro superando a ética individualista(G.S.),apresentam os princípios fundamentais de moral social, no nível planetário.
d)Depois do Concílio Vaticano II- No momento deve se contentar com o enfoque interdisciplinar, preferentemente, extrínseco.Pode-se concluir que a teologia moral católica se empobrece. A moral esgota-se quando se deixa aprisionar em sistematização filosófica que não pode enfrentar todas as exigências da vida em Cristo. A moral floresce quando é realista: quando perscruta a natureza e reconhece, como fonte das exigências da vida em Cristo, a fé, a caridade,a graça, os sacramentos; mas tais elementos devem definir-se em determinações concretas.

 

A TRAVESSIA DO MAR VERMELHO...


 


 


 

SÍNTESE DOS CAPÍTULOS 2,3 E 4 DO LIVRO: TABORDA, F.O memorial da páscoa do Senhor:Ensaios litúrgico-teológicos sobre eucaristia. São Paulo :Edições Loyola,2009

Capítulo 2-A eucaristia como memorial : aclamação anamnética

O adágio lex orandi-lex credendi (resumo do axioma de Próspero de Aquitânia) convida a procurar no próprio rito da celebração eucarística que resuma quanto se pode dizer sobre o sacramento da eucaristia: tal ponto arquimediano está na aclamação anamnética que se segue na atual liturgia romana da eucaristia ao relato da instituição.

-Aclamação anamnética: espécie de sumário de toda a oração eucarística, que expressa claramente que a Eucaristia é o memorial da Páscoa do Senhor.

-Questão colocada: a aclamação é uma inovação da liturgia pós-Vaticano II ou não se levou em conta o "não se renove nada, senão segundo a tradição", de Lérins.

-Estudar-se-á:

1-a "inovação" da reforma litúrgica e a aclamação anamnética, segundo seu sentido e sua legitimidade como Lex orandi

2- sentido bíblico de memorial

3-o sentido da eucaristia como memorial

1-A "inovação" da reforma litúrgica do Vaticano II. Para entender tal reforma que é desencadeada no texto latino do Missal Romano de Paulo VI pela expressão "mistério da fé" , como reação da assembleia à ordem de iteração de Cristo dada aos discípulos na última ceia e repetida na narração da instituição explanar-se-á sobre:

a-A exclamação mysterium fidei, sua origem e sentido

b-sobre a relação entre ela e a aclamação anamnética

c-assim como,com a lei orandi.

No cânon romano do Missal de Pio V, rezavam as seguintes palavras sobre o cálice:

"Este é o cálice do meu sangue, da nova e eterna aliança- mistério da fé-que será derramado por vós e pela multidão para a remissão dos pecados."O inciso interrompe as palavras da instituição. Pergunta-se pelo sentido do inciso, uma vez que ele interrompe uma frase completa de sentido.

Entre Jungman,J.A. e Righetti,M prefere-se a opinião de Jungman:A transposição do inciso na reforma litúrgica do Vaticano II, com sua nova função de introduzir a aclamação anamnética é um indício claro à referência expressa à consagração das espécies realizadas pelas "palavras da consagração".Isto se refere às espécies consagradas pelo estender das mãos apontando para o pão e o vinho eucaristizados ou por palavras acrescentadas,por conta própria.Nas traduções para outras línguas (por exemplo,inglês,francês e alemão) não ocorre o que aconteceu em português: houve diferentes inspirações bíblicas tidas pelos tradutores.O colocado por estas traduções remete à interpretação pascal da expressão mysterium fidei.

1.2-A exclamação mysterium fidei e a aclamação anamnética:O missal Romano latino apresenta três variantes,que ao serem observadas permitem perceber vários níveis de significação na expressão "mistério da fé" que em resumo conclui: que o "mistério da fé" é o mistério pascal de Cristo e nossa participação nele pelo sacramento da eucaristia (a incorporação ao Corpo de Cristo já realizado no batismo). O mistério pascal inclui o futuro do qual também se faz memória da parusia e a participação do cosmos que se transfigurará no novo céu e nova terra.Na lex orandi também é claro, o memorial da parusia é constante na tradição.

1.3-A aclamação anamnética como lex orandi

Há critérios para que se possa classificar um uso litúrgico como lex orandi :

1-sua fundamentação escriturística

2-o uso da Igreja

3-o conteúdo da prece da Igreja.

-As fórmulas litúrgicas valem por :

.se basear na Escritura

E

.ser atestadas pela Tradição, em todas as partes.

-Para identificar algo como legítima expressão da lex orandi,a fim de ser usado como fonte da fé para indicar o cerne da eucaristia: aplique-se à aclamação anamnética das orações eucarísticas romanas os critérios de

Próspero de Aquitânia:1º critério;ter como fonte a Sagrada Escritura, de forma literal ou querigmática apostólica.O conteúdo da aclamação pertence ao conteúdo da fé: mistério pascal e a sua participação sacramental-não se pode negar a validade da aclamação anamnética como lex orandi. Ela estabelece a lex credendi que professa a eucaristia como memorial do mistério pascal de Cristo.

2-Memorial: a riqueza de um conceito bíblico.

-Melhor tradução para "anámnesis",do grego é"memorial",que ocorre nas palavras de Jesus na última ceia (ao instituir a eucaristia), em 1 Cor 11,24-25.

-"Anamnesis" é tradução do hebraico de "zikkaron"(Ex12,14)."Zikkaron" é um conceito complexo, com muitas dimensões a serem contempladas, para que se abranja sua riqueza:

1ª dimensão: o ato mesmo de "recordar-se" que a palavra memorial/ anámnesis /zikkaron evoca- no uso atual denota subjetivismo- pura nostalgia?

2ª dimensão: tocam a questão do sujeito : quem se recorda; e, dos complementos: a quem se lembra o quê?- uma impressão de antropomorfismo crasso?

3ª dimensão: diz respeito ao tempo: o que é lembrado: o passado. "Memória se tem do que já foi "

4ª dimensão; efeito- o que acontece quando nos lembramos de algo? "Pode haver um "recordar-se" eficaz que mude algo em nós ou até nos transforme?

Porém, quando Jesus coloca o "Fazei isto como meu memorial", ele o faz no seu contexto, no horizonte veterotestamentário e judaico: volte-se às raízes bíblicas de memorial, anámnesis/zikkaron.

No Antigo Testamento (A.T.), "Zakar" não é uma ação subjetiva retrospectiva. "Lembrar" é um verbo performativo, expressa uma ação com consequências para o presente e o futuro, i.é, uma ação que irrompe no presente abrindo o futuro. Este verbo num contexto religioso de culto ou de oração, reforça a ação performativa, logo o passado recordado se torna atuante, cheio de eficácia de salvação.

O "recordar-se" de alguém, por parte de Deus é algo que pertence à ordem ontológica: é existir diante de Deus e pela ação de Deus.

Por parte de Deus, "zakar" é uma ação criadora em favor do seu povo. O "lembra-se" é eficaz, produz efeito (a quarta dimensão acima descrita).

Com isto se toca na segunda dimensão do "recordar-se" acima mencionada: o sujeito da ação pode ser Deus ou o ser humano, mas o complemento, quando em contexto religioso, é a aliança, ação salvífica de Deus e a resposta humana positiva ou negativa.

Com o conceito de "zikkaron", à ideia de "lembrar-se" se acrescenta a de sinal, que pode ser tanto para Deus quanto para o ser humano e, portanto, ter a finalidade de pedir a intervenção salvífica de Deus e provocar o ser humano a uma devida resposta à ação de Deus que atuou, continua a atuar no presente e atuará sempre.

"Lembrar" traz a intencionalidade com relação ao futuro, levando em consideração a terceira dimensão acima descrita. Lançar a Deus o clamor, que recorda suas promessas, desperta a esperança; elas se hão de cumprir. Dizer ao homem que se "lembre" das ações de Deus na história incita à obediência, à observância dos mandamentos e, consequentemente, acolher a salvação de Deus.

A anamnese é um "lembrar-se" da origem que permanece decisiva para o presente e para o futuro: o objetivo de lembrar o passado e interpretar o presente e possibilitar o futuro: à anamnese é própria uma força atualizante que revela que a ação de Deus se mantém no presente.Recordar é uma mediação entre a ação de Deus do passado e a significação permanente dessa mesma ação, cujas raízes e origens estão no passado que se dá tanto pela pregação da Palavra como pela celebração litúrgica e pela vivência do seguimento de Cristo.

A complexidade de dimensões presentes nos termos "memorial/anámnesis/zikkaron, "lembrar-se" mantém- -se também no Novo Testamento(NT).Depois da ressurreição é que se manifesta a eficácia da "lembrança dos discípulos. "Recordar-se" é verdadeiro conhecimento, porque resulta da ação do Espírito(cf. Jo 14,26).O Espírito Santo confirma,consolida, esclarece a obra de Jesus e assim traz consigo uma recordação definitiva, conclusiva. É esse "recordar-se" que se dá pela ação do Espírito Santo na transmissão da Palavra, na conformação cristã da existência por meio do amor ao necessitado, na celebração da liturgia:trata-se de uma vivificação pela Palavra numa vivência celebrada na liturgia, sob ação do Espírito de Cristo.Essa afirmação do Espírito Santo é fonte e penhor do realismo salvífico que nela se opera.Com a inclusão do Espírito Santo, pode-se afirmar a eficácia do memorial (longe da "nuda commemoratio" condenada pelo Concílio de Trento como insuficiente para explicar a Eucaristia).O Espírito de Cristo atuante é capaz de tornar perene o sacrifício de Cristo e fazer de nós participantes de seu mistério salvífico.

Em relação à temporalidade do memorial, o NT traz algo de novo: a memória é assim também "memória do futuro": na ressurreição de Jesus os discípulos apalparam com as mãos o futuro que nos cabe, os tempos escatológicos chegaram.

A interpretação da ordem de iteração como "Fazei isto para manter viva a minha memória" estreita e deturpa o sentido de memorial, porque: 1- se entende "memória", no sentido psicológico intimista; 2- dependeria da ação humana o manter viva a lembrança do Senhor e sua ação salvífica, tornando-se obra ao invés de mistério, caindo então, no pelagianismo.

Em outras palavras: O memorial é dom- é a ação de Deus que nos convoca, para na força do Espírito Santo, realizarmos o sinal que é memorial (zikkaron) do mistério de Cristo. O sinal é o gesto de tomar pão e vinho, conforme a ordem de Jesus- Ele se torna memorial quando sobre eles pronunciamos a ação de graças pela obra salvífica consumada por Cristo. É pura graça, porque é obediência à ordem do Senhor e é Ele quem age no Espírito Santo,para tornar-nos "contemporâneos" do Calvário e do sepulcro do Ressuscitado, comungando do pão que faz de nós corpo de Cristo a ser entregue pelos demais.

A noção de "memorial" se aprofunda no sentido do mistério proclamado e aclamado; que se realiza e presentifica na eucaristia; a partir da Bíblia.

3-O memorial eucarístico

A eucaristia, como a páscoa cristã, são iluminadas pelas raízes bíblicas e judaicas de "memorial" e seu uso no contexto da instituição da ceia da pascal judaica.

3.1- O memorial e a compreensão mistérico-sacramental da eucaristia

-A tradição talmúdica atribuída ao Rabi Gamaliel resume de forma lapidar o que todo judeu piedoso vive ao comer, anualmente: o cordeiro pascal, os pães ázimos e a erva amarga.

--A libertação do Egito é o evento fundante: nós hoje saímos do Egito, a nós, o Altíssimo redimiu.

--Outro momento do ritual de Páscoa confirma a perspectiva anterior: a alegoria dos quatro filhos, onde o segundo filho é classificado como malvado. Ele se exclui da coletividade, renega a raiz de sua fé- mesmo que tivesse estado na saída do Egito, ele não teria sido remido.

O primeiro ponto, que é preciso ter presente para compreender a eucaristia a partir da aclamação anamnética é estar implicado no mistério pascal, ao fazer memória dele.

O segundo ponto a observar na cláusula de Gamaliel é: "Os elementos essenciais que não podem faltar na ceia pascal judaica são os sinais sacramentais, que reportam figurativamente os participantes da ceia ao evento pascal da passagem do Mar Vermelho, evento único e irrepetível. Os comensais de hoje são transportados por estes sinais à passagem do mar. Sob o aspecto salvífico, no plano mistérico-sacramental, não há diferença entre o cordeiro, o ázimo e a erva amarga daquela última ceia do Egito e os mesmos elementos da Páscoa atual. "É por causa do cordeiro, do ázimo e da erva amarga que o Senhor nos remiu".Só compreendemos o gesto de Jesus de partir o pão e distribuir o cálice na perspectiva mistérico-sacramental herdada do judaísmo.

A transposição da mistagogia judaica para a eucaristia permite captar melhor o realismo da eucaristia. Podemos nós, também dizer: Este pão que agora partimos é aquele que Jesus partiu significando, profeticamente, seu corpo entregue por nós; este vinho que está aqui no cálice é aquele vinho que Jesus bebeu na última ceia, anunciando seu sangue derramado.

3.2-A eucaristia, sacrifício memorial

Cristo é o fim e a realização de todo sacerdócio, e sua vida, culminando na cruz e na ressurreição, é o fim é a realização de todo sacrifício.Por sua vida, realizou, definitivamente, escatologicamente, a pretensão de todo ato sacrificial: apresentar-nos a Deus e sermos acolhidos com um olhar benévolo.

Apesar da unicidade e suficiência do sacrifício de Cristo, a eucaristia pode ser e é "sacrifício", no sentido verdadeiro e próprio. A eucaristia é todo o Calvário e nada mais que o Calvário. Para entender o porquê de ser sacrifício: porque é memorial, é sacrifício; porque sacramento do único sacrifício. Isto é expresso no "Documento de Lima", do Conselho Mundial de Igrejas (1982): "A eucaristia é o memorial de Cristo crucificado e ressuscitado, i.é, o sinal vivo e eficaz do seu sacrifício, cumprido uma vez por todas sobre a cruz, e continuamente, agindo em favor de toda a humanidade" e recomenda "todas as Igrejas poderiam rever as velhas controvérsias a propósito da noção de sacrifício ..."

Deus nos convoca para celebrarmos o memorial e assim, nos leva a "manter viva" a memória de Jesus. O memorial é ação do Espírito Santo, em sacramento, em mistério, em semelhança, segundo a dinâmica própria da ação sacramental.

3.3. No memorial vivemos o "tempo sacramental" ou "tempo redimido"

-"Tempo sacramental": é evocar que é em sacramento, em mistério, que pelas palavras de Cristo e pela invocação do Espírito Santo, nos tornarmos, aqui e agora, contemporâneos do evento do Calvário e da experiência feita pelas mulheres na manhã do domingo,junto à tumba do ressuscitado.

-Para Massimo Pampaloni: "tempo redimido" é o tempo sacramental como uma irrupção de Deus, no tempo cronológico.

O tempo litúrgico é tempo redimido, pois não vive a fragmentação do agora e não depois ou do aqui e não lá.

Temporalidade é a multiplicidade em que se funda o tempo. Para Aristóteles, a temporalidade se fundamenta na espacialidade. Diferente é o conceito de eternidade:pertence ao não material e é um conceito que termina sempre diante do mistério. A eternidade opõe-se ao tempo como a perenidade se opõe ao fluxo. Para Boécio: "A eternidade é a posse simultânea e perfeita de uma vida interminável", o seu experimentar ultrapassa os limites de nossa experiência. A eternidade é simultaneidade de tudo, diferente de tempo que é sucessão de acontecimentos.

Ocorre na celebração eucarística e em toda celebração sacramental o encontro entre tempo e eternidade, encontro somente na fé. Tornamo-nos presentes ao passado e ao futuro da intervenção salvífica de Deus, na história humana:pela celebração litúrgica, somos contemporâneos desse acontecimento histórico.Nós nos fazemos, a cada dia; só no momento da morte, quando se entra na definitividade,poder-se-á dizer quem somos verdadeiramente, pois só Cristo entrou no verdadeiro Santo dos Santos, o céu, não por um ato ritual, mas, por um ato histórico: sua morte como condenado.Seu sacrifício é ele próprio, sua vida, sua história.

Houve quem postulasse a admissão de um "sacrifício celeste"(um abuso de analogia, segundo Giraudo). O "sacrifício celeste" pode ser entendido como o mesmo sacrifício do Calvário perenizado na glória, mediando na celebração a nossa contemporaneidade do sacrifício na cruz, que torna o Cristo presente, Nele o tempo se eternizou.

Ao comungar, é se transformado no Corpo da igreja, há a pertença à realidade definitiva, ao eschaton, à dimensão última, porém na posse do próprio livre arbítrio.

Toda oração eucarística é consecratória, em unidade e totalidade, é a epifania da eternidade no tempo.

Vivemos "nestes tempos que são últimos" e a eucaristia é o momento especialmente denso de experimentarmos com realismo a ultimidade, deste modo, ela nos remete à história onde cabe, por sermos o Corpo (eclesial de Cristo), realizar a ultimidade, concretizar já agora, nas condições do tempo, os novos céus e a nova terra, onde, incipientemente, no agora, habite a justiça.


 


 


 

CAP.3-LITURGIA EUCARÍSTICA I. A ANÁFORA OU ORAÇÃO EUCARÍSTICA

O memorial da Páscoa do Senhor se realiza ao interno de uma oração, que ,desde sempre, a Igreja celebrou a eucaristia: uma Todá Cristã.É importante nos remeter ao AT e ao contexto vital da aliança;pois através das raízes veterotestamentárias, do conjunto da economia da Antiga Aliança e na forma literária de expressar o discurso divino ou a resposta humana na oração de aliança; chega-se ao estudo da estrutura da anáfora.

1-As raízes veterotestamentárias da anáfora cristã:

1.1-O memorial da Páscoa do Senhor à luz da Páscoa judaica

No centro está o centro fundador: a passagem do mar Vermelho.No evento da libertação, a última ceia no Egito é prefiguração. Na casa, marcada pelo sangue do cordeiro, onde se celebrava a última ceia antes da partida, já reinava a liberdade: estavam fora da soberania do Faraó. Tal ceia é o momento instituidor que remete ao futuro; a páscoa das gerações (segundo os Mestres da Sinagoga): à celebração anual da Páscoa judaica. É no contexto da ceia pascal judaica que os Evangelhos sinóticos localizam a última ceia de Jesus, no cenáculo. Do mesmo modo, o evento fundador do NT,a passagem de Jesus pelo mar da morte, teve seu anúncio profético no gesto de Jesus ao partir o pão e distribuir o cálice, que se identificavam com seu corpo e sangue, entregues em prol da salvação humana. Através da iteração: "Fazei isto em meu memorial", Jesus remeteu para futuro longínquo "a páscoa das gerações cristãs", e a "Igreja das Gerações"),parte do evento fundador.

-Atualização, significa: quando celebramos a eucaristia, no sinal do pão e do vinho, comemos o verdadeiro Cordeiro Pascal, Jesus Cristo.

A celebração do memorial obedece à ordem de iteração de Jesus na última ceia no cenáculo."Fazei isto em meu memorial", ordem recordada em cada celebração da eucaristia.

1.2-A estrutura literário-teológica dos textos de aliança e da oração de aliança (Todá)

As anáforas podem ser classificadas dentro do gênero literário litúrgico de "prece solene" .Em sua forma literária, essas preces derivam da Todá ou confissão. –Confissão: nela se reconhecem os próprios pecados e a ação de YHWH.No caso das "preces solenes" cristãs: o objetivo da confissão é a ação salvífica de Deus que culmina na auto-comunicação por Cristo no Espírito Santo.As "preces solenes" podem, também, ser chamadas de "orações de aliança", pois correspondem à dinâmica teológica da relação de aliança entre Deus e a humanidade.

A aliança se expressa literalmente num gênero em que:

1º-se recorda o benefício recebido= secção anamnética, a filantropia de Deus.

2º-seguida, das obrigações que temos com Ele (em linguagem jurídica= secção injuntiva=exigências legais que

Contraímos em decorrência dos benefícios de Deus.

O discurso de aliança é o procedimento de aliança, composto de uma prótase, no indicativo e uma apódose, no imperativo(díptico estrutural do discurso de aliança).A oração feita com base na aliança( súplica do povo a Deus, conforme a experiência anterior com a aliança) consiste em duas partes: uma prótase, no indicativo ( a secção anamnético-celebrativa da oração) e uma apódose suplicante( a secção epiclética). A primeira secção põe as premissas lógicas e teológicas da súplica que será dirigida a Deus na 2ª parte: a epiclese, que significa " chamado sobre" o povo, que clama (secção anamnético – celebrativa ).

- A articulação entre as duas partes: expressa pela partícula lógico-temporal "e agora" e outras semelhantes (por isso, portanto) que indicam a estruturação da prece.


 

O nome deste tipo de oração é em hebraico=Todá- verbo correspondente: yadáh

Que foi traduzido, ao grego, pelo substantivo eucharistia e pelo verbo eucharistem

Estas foram traduzidas, ao latim, como gratias agere, o nosso "dar graças", render graças.

-Deve-se conservar a expressão ligada por essa cadeia de traduções.

-A oração de aliança (Todá) pode-se apresentar sob 3 modalidades:

--a 1ª- é a dinâmica deprecativa simples: consiste num discurso a Deus,com palavras nossas

--a 2ª-dinâmica deprecativa embolística, ou seja, é um discurso a Deus com palavras nossas e de Deus.

-As duas partes estão relacionadas, em hebraico, por uma partícula enclítico-precativa, que poderia ser traduzida por "pedimos-te", "portanto".

-O embolismo (que significa enxerto, que se faz numa árvore) é a citação formal das palavras de Deus; é um enxerto que o orante insere em seu formulário de oração por razões teológicas, para fundamentar mais explicitamente o pedido a ser feito:

--a dinâmica embolística fornece ao pedido uma ulterior fundamentação teológica: por se tratar de uma palavra de Deus, ela garante, de antemão, que a oração será ouvida. Deus, ao ouvir da boca do orante suas próprias palavras, sente-se como obrigado a escutar a prece.

--a 3ª- é a dinâmica semiembolística: a referência indireta às palavras de Deus. O semiembolismo é uma formulação evocativa do lugar teológico escriturístico.

2-A anáfora,oração de aliança:

- a eucaristia se realiza por uma oração que conjuga a súplica com a ação de graças- a sucessão das duas articulações maiores dessa oração é entendida como "ação de graças e súplica".

-A eucaristia se faz com "súplicas e ações de graças", ou melhor, em ordem direta: ações de graça e súplicas", súplicas baseadas na ação de graças.

-Nas anáforas, também, pode haver um embolismo, um enxerto: citação literal do lugar teológico-escriturístico, em que nos baseamos para o pedido essencial de toda eucaristia: que Deus envie Seu Espírito para transformar os dons do pão e do vinho no Corpo e no Sangue de Cristo, a fim de que nós, ao comungar desses dons, nos tornemos no Corpo Eclesial de Cristo= é uma injunção suplicante , uma exigência suplicante a Deus com base na ordem de iteração dada por Jesus, na última ceia. A narração da instituição se dirige a Deus para "convencê-Lo" de que temos "direito" de celebrar a eucaristia, já que ele quis estabelecer aliança conosco por meio de Jesus Cristo, no Espírito Santo.

-O embolismo, enxerto da Palavra de Deus, para dar mais força ao pedido pode estar:

--na secção anamnética- celebrativa, como,

--na secção epiclética.

-A liturgia romana não é a única.


 


 

-A anáfora de dinâmica anamnética: o presidente, em nome da assembleia reunida, louva a Deus por aquilo que ele fez na história da salvação

E

-no meio desta enumeração: acrescenta como enxerto, a narração da instituição.

-Pronunciar a epiclese ou fazer o pedido: fundamentado em toda a obra de Deus, que culmina na entrega de Cristo na cruz e em sua ressurreição.

- Orações eucarísticas de dinâmica epiclética: aquelas em que o embolismo está na secção epiclética (as orações romanas seguem este modelo).

-O relato da instituição: está inserido no meio da súplica que se faz para que Deus envie seu Espírito, que transforme os dons do pão e do vinho no corpo e no sangue de Cristo: para que ao comungarmos, nos trasformemos no corpo eclesial de Cristo.

2.1-A estrutura literária das orações eucarísticas romanas: Segundo Giraudo:

-é preciso ter presente que a oração eucarística é um todo, uma unidade que começa na saudação inicial-"O Senhor esteja convosco" e se prolonga até o Amém final, depois da doxologia "Por Cristo, com Cristo, em Cristo".

-Existe uma continuidade do prefácio – antes dele: do diálogo invitatório- até o fim.

-Por diversas razões, ocorrem "confusões nas cabeças" quanto à ordem das partes do missal romano.

-Toda anáfora consta de 9 elementos que se sucedem e encadeiam, com lógica própria nas diversas tradições litúrgicas,entre o diálogo invitatório e o Amém final.São eles, na ordem seguida nas anáforas romanas:

*Prefácio

*Santo

*(pós-santo)

*Epiclese sobre os dons

*Relato Institucional

*Anamnese

*Epiclese sobre os comungantes

*Intercessões

*Doxologia

-Os 9 elementos se distribuem nas duas secções da oração eucarística: mas suas sequência e distribuição, variam segundo a família litúrgica.

-Há anomalias ou exceções que confirmam a regra:

--a anáfora da Tradição Apostólica:não tem intercessões.

--a anáfora de Addai e Mari não contém o relato

--o Canon romano desconhece o pós-santo

2.2-As orações eucarísticas romanas vistas a partir de núcleos geradores:

-Na oração eucarística, partindo da lógica literária-teológica da Todá, encontram-se dois núcleos geradores ou pólos que dão origem ao todo: anamnese e epiclese.

--Numa metáfora geométrica poderíamos ver: Anamese e epiclese como 2 pólos de 1 elipse que é gerada por estes 2 polos e só pode ser compreendido na unidade e referência mútua dos dois polos.

2.2.1-O primeiro núcleo gerador: a dupla epiclese

NA ORAÇÃO EUCARISTICA OU HÁ ANAMNESE E EPICLESE E SE CONSTITUI UMA ANÁFORA OU NÃO HÁ ORAÇÃO EUCARÍSTICA.

-Na anáfora romana: o 4º elemento na sua estrutura é a epiclese sobre os dons: pedido para que Deus, pelo envio do Espírito Santo, transforme os dons do pão e do vinho, que trouxemos e apresentamos, no corpo e sangue de Cristo:

--aí é invocado o Espírito Santo, porque é no Espírito que se realiza a liturgia eucarística e qualquer outro sacramento, é no Espírito que se constrói o Corpo de Cristo, a igreja.

-Como uma das causas do Espírito na teologia ocidental, o cânon romano não se refere ao Espírito Santo.

-Na reforma litúrgica do Vaticano II, a Igreja redescobre que o Espírito Santo é fundamental na Eucaristia – as novas orações eucarísticas passam a usar uma epiclese, suplicando o Espírito Santo.

-Epiclese sobre os Comungantes: a súplica pelo Espírito Santo, sobre o pão e o vinho (na anáfora romana é separada da súplica pelo Espírito Santo); sobre os comungantes não pode ser considerada isoladamente,chega a termo com a súplica pelo Espírito Santo sobre a assembléia reunida para receber o corpo e sangue de Cristo.

-Na liturgia romana: a dupla epiclese,por assim dizer, se fende para acolher em seu interior o relato institucional com a anamnese.

-Na Anáfora alexandrina, de Basílio, ao reduzir o texto ao seu esquema básico, resulta: "Envia o teu Espírito sobre nós e sobre os dons apresentados para que transforme os dons no corpo sacramental, a fim de que, comungando, nós sejamos transformados no corpo eclesial".- aqui, a unidade que existe entre a transformação dos dons e a nossa transformação é feita através de um quiasmo: figura literária de elementos entrecruzados.

-A Eucaristia não é necessária para criar presença de Cristo: Ele já está presente:

--no pobre e necessitado

--no anúncio do evangelho

--nos pastores em sua função de governar a Igreja

--em nossos corações,

Onde habita pela fé.

-As 2 transformações: 1ª-a do pão e do vinho no corpo e sangue de Cristo

2ª-a da assembleia, no corpo eclesial de Cristo,

Estão intimamente unidas.

--A transubstanciação:significa que a substância do pão e do vinho é substituída pela substância do corpo e sangue de Cristo (mesmo que os sentidos nos digam o contrário).

-Antes de completar a súplica pelo Espírito Santo, recordamos aquilo que nos dá direito a fazer esta súplica: o memorial que oferecemos ao Pai, segundo o mandato de Jesus.

2.2.2-O outro núcleo gerador; o bloco relato-anamnese:

-Este núcleo gerador é tratado depois do anterior:

--( não se pode fazê-lo simultaneamente)

--(isto não afirma uma hierarquia entre os dois)

--O relato da instituição e anamnese constituem um bloco unitário: é como se a anamnese acolhesse em seu seio o relato institucional.

-O relato institucional: as "palavras de consagração" reduzidas ao mínimo denominador comum- a função da narração da instituição não é realizar a mágica da transubstanciação, mas dirigindo-se ao Pai, recordar-lhe a aliança, por cuja força fazemos a súplica pelo Espírito Santo.

-Depois do relato e conectado com a ordem de interação da assembleia reunida: fazer o memorial

--Se compõe de 2 elementos constitutivos:

---a declaração anamnética

--- a oferta do memorial

-A anamnese inclui,PORTANTO: O VERDADEIRO OFERTÓRIO DA MISSA:o que oferecemos ao Pai é o memorial da Páscoa de Cristo, de toda sua existência pascal,no pão e no vinho eucaristizados.

-Aclamação anamnética ou aclamação memorial:

--o Conc. Vaticano II a introduziu entre o relato institucional e o memorial

--ela já permitiu explicar, anteriormente, o sentido da eucaristia como memorial da Páscoa

-A segunda epiclese, sobre os comungantes: segue-se na anáfora romana, após o memorial e seu oferecimento a Deus, pedindo pelo Espírito Santo, para que ao comungar a assembléia reunida seja transformada no corpo eclesial de Cristo.

-Produz-se, assim, outra metáfora geométrica: um círculo concêntrico com relato e anamnese em seu centro, rodeados pela dupla epiclese.

2.2.3-Ampliação do segundo núcleo gerador: a secção anamnética-celebrativa

-Intecessões: continuação e ampliação da epiclese sobre os comungantes, na estrutura da oração eucarística- voltam a olhar aos muitos outros segmentos do corpo de Cristo dispersos pelo mundo

-A epiclese: trata de reuni-los na mesma oração, pedindo que, também, eles estejam unidos no único corpo de     Cristo.

-Em geral, as orações eucarísticas apresentam intercessões:

-- pela hierarquia

--pelos falecidos

-- pelos santos

No Missal Romano: as intervenções da assembleia, após as alterações do C.Vat.II, foram transformadas em preces dos fiéis- repetem "Lembrai-vos, ó Pai, dos vossos filhos"

2.2.4-Ampliação do segundo núcleo gerador: a secção anamnética-celebrativa

-Secção anamnética-celebrativa:

--ampliação da anamnese, propriamente dita e vice-versa

--anamnese como resumo de toda a secção anamnética –celebrativa

-Com a liturgia romana:

*Prefácio:

-a 1ª parte de ação de graças anafórica

-na anáfora: o prefácio é parte integrante, indispensável,nele se expressa o motivo do louvor

-Prefácio é uma oração proclamada "diante de Deus" e "diante da assembléia" reunida e em seu nome, para a glorificação de Deus

-A regra na liturgia romana é um prefácio móvel,

--separado do resto da anáfora

E

--acentua o sentido de cada tempo litúrgico e de cada festa

-As 3 partes do prefácio:

--convite ao louvor

--o motivo do louvor

--a transição para o canto do Santo

1-Convite ao louvor:

-o elemento principal : os verbos que expressam a glorificação de Deus( a liturgia romana é sóbria no uso destes verbos): dar graças, louvar, cantar hinos, glorificar, confessar, bendizer

2-Parte central do prefácio: expressa a razão:

  1. que leva a assembleia reunida a entoar hinos a Deus (na liturgia romana esta parte é especialmente importante
  2. especial que reúne a comunidade naquela data

3-O prefácio conclui conduzindo para o canto do Santo: - nesta transição transparece o sujeito que eleva seu louvor: a assembleia reunida, em comunhão com toda a Igreja da terra e dos bem-aventurados, santos e anjos, cujo louvor se entoará,em seguida.

-O prefácio culmina na introdução ao HINO DO SANTO: O Santo é o canto dos anjos- que deveria ser cantado

-Transição do prefácio ao Santo: expressa a "Teologia do Santo"

--Tomamos consciência de algo fundamental na celebração na eucaristia: a união das duas assembleias: a do céu e a da terra – a dimensão escatológica da eucaristia.Neste momento, ambas estão em atitude de adoração, ação de graças, louvor. Para expressar essa união: a Igreja emprega canto que reproduz dois textos bíblicos- canto composto de 2 partes:

A 1ª- proclama a santidade de Deus (Is 6,3)

A 2ª- "Bendito o que vem em nome do Senhor! Hosana no mais alto dos céus!( a palavra se torna uma homenagem a Deus, que se digna aproximar –se de seu Filho Jesus)

-Pós-Santo: -o louvor que se segue ao canto do Santo, iniciando com palavras como:"Na verdade,vós sois santos"

-o pós-santo continua o prefácio, falando da queda da aliança e suas renovações e da cristologia histórica( encarnação, vida,morte,ressurreição e ascensão de Jesus, culminando com Pentecostes).

2.2.5-Introdução e final:

-Diálogo invitatório:

--diálogo que convida a assembleia a iniciar a ação de graças a Deus

--é o começo das orações eucarísticas

--1º membro do diálogo: uma saudação ( o presidente deseja que o Senhor esteja presente;"O Senhor esteja convosco, com a resposta:"E com teu espírito; nos países de língua portuguesa:"Ele está no meio de nós"(como uma profissão de fé).

--2º momento: ---com a união que a presença do Senhor suscita prossegue-se com "Corações ao alto.

O nosso coração está em Deus" ( o coração está orientado a Deus,no ato supremo de culto,

Quando em união com Cristo.

--3º elemento do diálogo invitatório; o convite à ação de graças: "Demos graças ao Senhor nosso Deus" (dar graças é professar as maravilhas que Deus faz por nós na história da salvação e confessar nossa infidelidade)

Resposta: "É nosso dever e nossa salvação( é" nosso dever" porque pelo batismo e crisma Deus nos fez dignos de pôr-nos em sua presença e realizar o serviço divino de celebrar a liturgia).Somos salvos por acolher os benefícios divinos e reconhecê-los.

-Com essas disposições de espírito:pode-se iniciar o cerne da celebração dos Santos Mistérios com a oração eucarística:

-A Doxologia epiclética: porque pertence à secção epiclética da anáfora.Tem caráter de louvor, retorna à secção anamnético-celebrativa e dá o fecho final ao todo da anáfora com o louvor, a confissão agradecida e reconhecida.

-Critica-se uma interrupção entre a última intercessão e a doxologia

-A doxologia atrai o Amém final da Assembleia:Ele é fundamental na oração eucarística.

-O Amém é a assinatura da assembleia à oração dita por aquele que a preside: ela convalida a oração. A comunidade, no final, confirma-a, com o amém. "Estamos de acordo. Assim é. Assim seja".

3-Os gestos litúrgicos na recitação da anáfora romana

-O cânon romano conserva gestos específicos seus não semelhantes nas novas orações eucarísticas pós-Vaticano II.

-A posição básica do presidente e de toda assembleia: é o estar de pé. Estar de pé significa :1-participar na ressurreição de Cristo; 2-o sacerdote oferece nas religiões o sacrifício

-Posição de orante(uma figura do Crucificado)1-em pé, 2-com as mãos erguidas,o bispo ou o presbítero: é expressão de que a oração se dirige àquele que está nos céus.

-Imposição das mãos sobre as oferendas:

--Sobre as oferendas: o presidente impõe as mãos (com bênção e invocação do Espírito Santo sobre os dons) e faz o sinal da cruz (sacrifício da cruz).

Obs.: O sinal da cruz que o presidente da celebração faz sobre si próprio, na epiclese sobre os comungantes: gesto de todas as graças e bênçãos do céu.

- Inclinação profunda (na epiclese sobre os comungantes no cânon romano): reverência diante do mistério da atuação do Espírito)

-Bater no peito: - gesto particular do cânon romano às palavras: "E a todos nós pecadores"= expressão penitencial de reconhecimento da inclusão do bispo ou presbítero presidente no número de pecadores.

-Elevação da hóstia e do cálice: para dramatizar o gesto de Jesus tomar o pão, o padre elevava a hóstia

-Elevação do cálice com o vinho: A elevação tem a finalidade de venerar o Santíssimo Sacramento – fé na presença real de Cristo

-Na hora da elevação:estando ajoelhados, deve-se (a)baixar a cabeça. Alguns padres fazem uma genuflexão ou uma simples inclinação.

Sendo a anáfora, o centro da liturgia eucarística e toda a eucaristia – não pode ser isolado dos ritos que a preparam e dela decorrem: - a preparação das ofertas

E

- o rito da comunhão.

Cap4-Liturgia eucarística II – Rito de comunhão e preparação das ofertas

Jesus "tomou o pão, deu graças e o partiu e deu":

-Cada uma dessas ações corresponde a um momento da liturgia eucarística: 1-"tomou o pão":preparação das oferendas; 2-"deu graças";oração eucarística; 3-"o partiu e deu": rito de comunhão.

-Tendo o ministro (bispo ou presbítero) como instrumento, Cristo mesmo preside e realiza nossa eucaristia. É o próprio Cristo que toma o pão, dá graças ao Pai e o distribui aos fiéis.

1-Rito da comunhão:

Na comunhão, se realiza o que foi pedido: comungando do "corpo sacramental" de Cristo, tornamo-nos seu "corpo eclesial" .Cristo se dá, efetivamente, a seus irmãos e irmãs, atrai-os, nutre-os e os introduz na vida trinitária. A partir da comunhão eucarística é que a Igreja se constrói em profundidade.

-Subdivisão do rito da comunhão:

1-Procissão de comunhão: distribuir o pão e o vinho eucaristizados

1.1-pré-condição para poder repartir o pão

1.2-parti-lo

1.3-outros elementos que completam o rito da comunhão

1.1-A procissão da comunhão, cuja meta é o altar,onde se recebe os dons eucaristizados ( o altar é o símbolo de Cristo do Sl118,22: "pedra rejeitada pelos construtores que se tornou pedra angular").Tal procissão significa: povo de Deus a caminho, que no seu peregrinar precisa do "pão supersubstancial".

--No rito romano há 3 momentos procissionais (procissão), concluído por uma oração presidencial:

a- rito da entrada, com a procissão de entrada e coleta do dia

b- rito de preparação das oferendas, com a procissão dos dons e a oração sobre as oblatas

c- o rito de comunhão com a procissão correspondente e a oração pós – comunhão

-Canto da comunhão: canto responsorial ou aleluiático

-Oração depois da comunhão: encerramento do rito de comunhão

--como toda oração presidencial, a oração depois da comunhão é pronunciada de pé (também pela assembleia) – oração dita pelo ministro como seu discurso oracional, exerce seu sacerdócio, diante de Deus, oferece o sacrifício de louvor. ( É de pé a posição do sacerdote no sacrificar)

--Na liturgia romana: mostrar o pão eucaristizado ( e o vinho) é um rito acessório.

-A prática do presidente com os copresidentes de comungarem antes do povo provém do costume judaico: o pai de família parte o pão e antes de distribuí-lo, come ele próprio uma porção. Era uma questão de educação.

-A forma tradicional de receber a comunhão é recebê-la na mão, "como num trono" ( expressão simbólica de receber a graça). A comunhão na boca é de origem relativamente recente.

1.2-O partir do pão

-Precede a procissão: o rito da fração do pão com dupla finalidade:

1-uma finalidade prática:para que todos comam o pão é necessário parti-lo. O significado vem da tradição judaica: ao pai de família cabe repartir o alimento que traz para casa,como fruto do seu trabalho.

2-No cristianismo, um sentido mais profundo: Partir o pão possibilita a participação de todos no único pão: a unidade da Igreja (Paulo).

-Sentido cristológico: o pão e o Corpo de Cristo: ele é rompido como a Vida de Cristo foi despedaçado, em favor da multidão. Hoje: a "hóstia" grande é partida em duas, das quais se destaca um pedacinho menor que é lançado no cálice, como fermento.

-"Verdade do gesto":(desprezado pela reforma litúrgica do C.Vat. II): uso do pão ázimo, na eucaristia.

-O partir do pão é acompanhado da ladainha, o Cordeiro de Deus, que recorda a dupla dimensão pascal e sacrificial vicária da eucaristia.

-"Fermentum"= misturar o pão eucaristizado com o vinho eucaristizado, expressando a unidade sobre a eucaristia do celebrante, ou do que a executa- um gesto que corresponde a fazer da comunidade,embora não reunida, num único e mesmo lugar- o Corpo de Cristo, em união com seu bispo.

1.3-Outros elementos do rito de comunhão na liturgia romana:

-o Pai Nosso cantado ou recitado: com os braços erguidos, em atitude orante / estendidos,em súplica

-Segue-se ao Pai Nosso e sua oração complementar e a doxologia: o rito da paz.

--Sentidos: * a paz e a reconciliação entre os participantes devem ser entendidas como primeiro fruto da eucaristia para construir o Corpo de Cristo.

* o rito da paz pode ser entendido, também, como ampliação ritual do "como nós perdoamos aos que nos ofendem" e do "perdoai-nos as nossas ofensas como..."

* a paz se torna preparação imediata para a comunhão

-- A transmissão da paz se faz de dois modos:

1- a paz se expande como em ondas, a partir do altar, expressando que a paz vem de Cristo

2- a espontânea, a habitual: cada um dá a paz a todos os que estão próximos ou se desloca, para levar a paz aos que estão distantes.

2-O rito de preparação das oferendas

-Corresponde ao gesto de Jesus, na última ceia, de " tomar o pão", para dar graças sobre ele, parti-lo e distribuí--lo

-A assembleia fica sentada e o presidente de pé, exceto para a oração sobre as oblatas, em que a assembleia se levanta para exercício de seu sacerdócio. Ocorre:

1-deslocamento do ambão ao altar

2-movimento da assembleia que se dirige ao altar para levar os dons

-Uma procissão se encerra com uma oração presidencial(na liturgia romana)

2.1-Procissão dos dons:

-Entre os dons apresentados, o pão e o vinho têm primado sob dois aspectos:

a- Unicidade simbólica:trata-se de apresentar ao altar pão e vinho, a matéria a ser usada na eucaristia

b- Qualidade simbólica:ponto de discussão – desafio de achar uma solução,por exemplo,para a qualidade dos ázimos que se usam na eucaristia(quando são eles usados)

-É a apresentação dos dons a Deus

- Expressa o movimento de desapego de si a que Cristo nos arrasta com seu exemplo: "Dei-vos o exemplo, para que façais assim como que eu fiz para vós"

*O caráter da procissão para apresentação ao altar do pão e do vinho, a matéria a ser usada na eucaristia: apresentar os dons da criação – requer uma caminhada tranquila e alegre. "Deus ama a quem dá com alegria".

*Canto de preparação dos dons: expressa o envolvimento da Igreja na obra da salvação e a promessa de que o fruto do trabalho humano permanecerá transformado, quando vierem novos céus e nova terra.

*A oração sobre oblatas: conclui a preparação dos dons e abre espaço para a anáfora.

2.2-Ritos complementares:

-Recebidos os dons e colocados sobre o altar, o presidente antecipa a anáfora, bendiz a Deus pelo pão e pelo vinho

-Acompanham o gesto, duas bênçãos (na apresentação do pão e na apresentação do vinho)

-Prolongamento da apresentação dos dons: a incensação, que unifica dons, altar, presidente da celebração, povo expressando a tensão do coração para o alto, como o incenso sobe em volutas.A incensação antecipa o "Corações ao alto" do diálogo invitatório na anáfora.

-A gota d'água que se mistura ao vinho- de Cipriano: como água e vinho se misturam indissoluvelmente, assim Cristo com a multidão dos fiéis.

-O lavabo é uma ação secundária- após pegar os vários dons apresentados pelo povo, os ministros tinham que lavar as mãos para prosseguir a celebração (isto ocorria/e quando as ofertas materiais são levadas para a região onde está o altar).Simboliza a pureza necessária para o momento da liturgia eucarística prestes a começar, usando-se o Sl 51,4.

-"Orai irmãos"- a linguagem do texto é ofertorial, " que o nosso sacrifício seja aceito..."